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Cara Virginia,
avevi tutte le ragioni del mondo quando, nello scrivere il discorso protagonista di questo libro, affermavi di essere arrabbiata. Non sapevi perchΓ©, ti chiedevi da dove venisse, eppure quella rabbia cresceva dentro di te spingendoti a porti sempre piΓΉ domande.
βScrivi sulle donne e il romanzoβ, ti era stato chiesto, ma quanto ci sarebbe stato da dire, come si sarebbe potuto partire, se non da quella rabbia che provavi?
Essa ti ha stimolato a spingerti oltre quelle due semplici parole, e quellβaccostamento che inizialmente sembrava semplice, addirittura banale, Γ¨ diventato la chiave di tutta la ricerca.
Purtroppo noi donne siamo sempre state derise, emarginate e confinate allβombra di mariti, padri e fratelli, costrette ad obbedire e ridicolizzate qualora volessimo inseguire le nostre passioni e inclinazioni. Una donna che scrive? Impossibile avrebbe pensato chiunque, persino loro stesse, fino al β700, quando alcune di loro, contro tutto e tutti, si sono ribellate a tale schema. Ma solo nellβ800 si sono potuti vedere i risultati di tale rivoluzione.
Eppure, anche quando scrivevano, non tutte erano capaci di discernere dalla rabbia che provavano nei confronti dellβaltro sesso, che di loro si era fino a quel momento burlato; non tutte avevano quella libertΓ di espressione concessa dal denaro e dallo spazio: per essere liberi di esprimere a pieno sΓ© stessi bisogna che si abbia la possibilitΓ di viaggiare, uscire dal propria ristretta visione della vita e vivere nel mondo.
Ma, cosa ancora piΓΉ importante, avere una stanza tutta per sΓ©, in cui liberare la mente e rintanarsi a scrivere senza distrazioni, poichΓ© le donne ne avevano tante, e spesso si trovavano a scrivere in una stanza con tutta la famiglia attorno.
Inizialmente non capivo dove questo libro stesse andando a parare, mentre leggevo il primo capitolo ero confusa, poi mano a mano che andavo avanti le cose si sono fatte sempre piΓΉ chiare.
Mi ha fatta riflettere molto, mi sono arrabbiata e commossa, ma soprattutto, mi sono rivista il lei e nelle sue sensazioni, come ogni donna che abbia un gran potenziale dentro e abbia solo voglia di farlo uscire.
Ci hanno tenuto allβombra e ci hanno criticato per secoli, alcuni decretandoci biologicamente inferiori, forse per paura di andare incontro alla confutazione della loro tanto declamata grandezza; ma ora possiamo finalmente dire di starci prendendo la nostra rivincita. Non Γ¨ ancora completa, ma abbiamo dimostrato tanto al mondo e tanto altro abbiamo ancora da dimostrare.
In modo tale da perpetuare ciΓ² che la presunta sorella di Shakespeare, tanto dotata e scoraggiata, non ha potuto fare, noi dobbiamo farlo per lei e per tutte noi.
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